Io e il mio DNA by Federico Neresini;

Io e il mio DNA by Federico Neresini;

autore:Federico, Neresini; [Neresini, Federico ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: La cultura scientifica, Sociologia, Contemporanea
ISBN: 9788815363763
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


3. Alle origini del valore: DNA digitale e banche dati

A questo punto dovrebbe essere chiaro che uno dei passaggi cruciali attraverso il quale è possibile trasformare il DNA individuale in un valore socialmente rilevante avviene quando il suo simulacro digitale viene messo assieme a quello di molti altri all’interno di una banca dati. Certo, affinché si possa arrivare a ottenere questa trasmutazione in valore dei bit che rappresentano il DNA materiale – una sorta di realizzazione contemporanea dell’antico sogno alchemico – sono necessari molti altri passaggi preliminari: il genoma individuale deve essere sequenziato e allineato, devono essere discriminati gli errori di sequenziamento dalle sue effettive variazioni, devono essere identificate le possibili associazioni con manifestazioni fenotipiche fra le quali assumono particolare rilevanza le patologie; ciascun individuo deve inoltre convincersi a mettere a disposizione di altri tali associazioni e il proprio DNA in forma digitale, meglio se il tutto viene arricchito da informazioni riguardanti le sue abitudini, il suo stile di vita e le condizioni ambientali in cui vive; si devono poi definire standard e costruire infrastrutture informatiche [Mongili e Pellegrino 2014] che consentano di raccogliere tali dati, di scandagliarli e di elaborarli in funzione di interessi specifici e sempre nuovi; deve infine esserci un repertorio socialmente condiviso di valori, credenze e visioni del presente e del futuro in grado di sostenere e di legittimare l’utilizzo del genoma a scopo di ricerca, magari in vista di possibili applicazioni, soprattutto in campo biomedico. Tutto ciò è sicuramente indispensabile, ma a nulla varrebbe se non si arrivasse al momento in cui l’insieme di questi processi si coagula in una banca dati digitale.

Per la rete di attori all’interno della quale il DNA viene a collocarsi, le banche dati rappresentano pertanto un perfetto esempio di ciò che è stato definito un «punto di passaggio obbligato», vale a dire un elemento del network attraverso il quale il flusso delle interazioni fra tutti gli altri deve prima o poi necessariamente passare [Callon 1984; Latour 1987]. Un passaggio che serve anche per mettere ordine in quello che altrimenti rimarrebbe un ammasso entropico di elementi eterogenei, imponendo gli standard che organizzano i sistemi di classificazione e che definiscono le regole di corrispondenza per mezzo delle quali si può passare da una classe all’altra, oltre a fissare il significato attribuito a ciò che viene scambiato passando di mano in mano fra gli attori del network[31].

Il mio DNA ha dunque un valore, e non solo per me. Anzi, se il mio DNA ha assunto un valore così grande per me, ciò dipende dal fatto che il mio DNA è diventato prezioso per altri, per molti altri. Grazie alle banche dati il DNA diventa così un «bio-oggetto» capace di attraversare i confini che separano le varie porzioni in cui abbiamo suddiviso la nostra vita quotidiana [Barry 2001; Vermeulen, Tamminen e Webster 2012]. Che cosa infatti, se non un banca dati, fa sì che una sequenza di A, C, T e G possa risultare di una qualche rilevanza per soggetti così diversi come i



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